martedì 30 ottobre 2012

Chi ha paura del lupo cattivo?


L'Ilva è una società per azioni del Gruppo Riva che si occupa prevalentemente della produzione e trasformazione dell'acciaio. Con il nome della originaria azienda fondata nel 1905, è nata sulle ceneri della dismessa Italsider. Prende il nome dal nome latino dell'isola d'Elba, dalla quale era estratto il minerale di ferro che alimentava i primi altiforni costruiti in Italia a fine Ottocento.
Il più importante stabilimento italiano è situato a Taranto, e costituisce uno dei maggiori complessi industriali per la lavorazione dell'acciaio in Europa. (da Wikipedia)



Parlare oggi dell'Ilva di Taranto è ovviamente diverso che non tracciarne la linea storico-biografica, Oggi si dovrà fare la cronaca drammatica e angosciosa di quell'inquinamento ambientale, di quei morti, dei tumori più che sospetti, della drammatica, quotidiana, convivenza col 'mostro'.

Non è naturalmente compito nostro (i giornali ne sono pieni), e se ne parliamo è per rilanciare i disegni che i bambini di Taranto hanno dedicato e dedicano a quel grande, immenso, 'lupo cattivo' che minaccia la loro salute e la loro tranquillità, che incombe funereo su di loro e con cui si devono, ogni giorno, fare i conti.



La Galleria che Repubblica ha dedicato a quei disegni ci impone qualche considerazione.

Come vedono i bambini quella presenza nelle loro vite? Innanzitutto, appunto, come una presenza che non si può eludere, come qualcosa a cui di dovrebbe dire 'no' ma da cui non si può fuggire. E non basta nemmeno rifugiarsi in un'arcadia ideale "prima del 1965", quando c'erano solo i boschi e le ciminiere striate di rosso e bianco non avevano ancora cominciato a sbuffare i loro miasmi pestilenziali.



La fabbrica è immensa, incombente, e l'uomo, nei disegni, quasi non c'è, oppure è marginale, piccolo, irrilevante. Un po' come quando si disegnano gli adulti e si vedono grandi, più grandi, protettivi o minacciosi, comunque ineludibili.
Ecco, questa è l'impressione che i bambini hanno di fronte al 'mostro': ineludibile. Non se ne può fare a meno, non se ne vuol fare a meno, non si riesce a farne a meno.

Il 'lupo cattivo' è minaccioso e dalle sue molte bocche sfiata la malattia. Qualche bambino avanza piccole indicazioni politiche: 'No all'inquinamento', ma il suggerimento appare quasi di routine, orecchiato forse dai discorsi di qualche 'grande' sensibilmente avveduto.



Nell'immaginario bambino di Taranto l'Ilva continua a gettare fumo e rimane là, al di sopra e al di là di tutto, totem indifferente della nostra follia ambientale.


lunedì 29 ottobre 2012

Obama: 30 ragioni, 30 manifesti (9-20)



Ancora dodici dei trenta manifesti che la grafica americana ha disegnato per sponsorizzare la rielezione del presidente ObamaLe 'ragioni' per Obama, preparate sotto l'art direction di Chaz Maviyane-Davies sono la replica di un'iniziativa analoga per le elezioni 2008 e vengono spedite, una al giorno, in tutto il mondo, a chi ne fa richiesta. 



30 days, 30 designers, 30 reasons
to re-elect President Obama


9. Mike Monteiro



10. Paul Sahre

11, Hilary Greenbaum

12, Christopher Brand

13. Lindsay Ballant

14. Brian Rea

15. Brett Yasko

16. Oliver Munday

17. Larkin Werner

18. Chris Silas Neal 

19. Michael Freimuth

20. Jesse Arneson

domenica 28 ottobre 2012

Gran festa della fantasia

Per celebrare degnamente l'apertura a Sarmede, sabato 27 ottobre, nel tardo pomeriggio, della Casa della fantasia, ci vorrebbe la penna di uno di quei redattori di cronaca mondana capaci di descrivere l'eccezionalità dell'evento, le acconciature e i vestiti delle signore, la presenza delle autorità significative, la ricchezza del buffet.




Niente di tutto questo, naturalmente, sia perché non abbiamo una 'penna' adeguata sia perché i molti partecipanti erano presenti per 'vedere' e non per 'essere visti' e le 'personalità' sul posto erano sopratutto gli operatori culturali artefici dell'evento e gli artisti che esponevano le loro opere nella gigantesca mostra inaugurale, Le immagini della fantasia, kermesse giunta quest'anno alla 30a edizione.

Autori in jeans e casual, certo, molto poco formali ma attentissimi a scambiarsi opinioni, ad additare ai colleghi le proprie opere, a commentarle appassionati e divertiti, mentre il pubblico, sciamando attento, affollava curioso le belle sale luminose e il grande book shop.



In attesa dell'inaugurazione, e prima che le autorità (sì, c'erano anche loro!) compitassero i loro discorsetti introduttivi, due bravissimi musicisti si sono esibiti dal grande affaccio panoramico che dà sulla piazza, quasi un open space in continuità con la vita quotidiana del paese, rendendo l'attesa, via via che la piazza stessa si riempiva, meno infreddolita e noiosa. Poi, dopo la cerimonia e la visita alla mostra (dovremo tornarci, perché i molti visitatori rendevano difficile vedere e godere appieno delle moltissime opere esposte), tutti in trattoria per la cena ufficiale che, per i molti brindisi, l'ottimo cibo, la soddisfazione che si leggeva nei volti degli organizzatori (Wanda, Leo, Ketty, Monica e Giulia, e ci scuserete se dimentichiamo qualcuno!) somigliava tanto a quei festosi matrimoni di provincia che hanno tanta parte nelle nostre nostalgie epocali.

Insistendo nel paragone si potrà dunque dire che la sposa festeggiata (la nuova Casa della Fantasia) aveva sabato sera un aspetto radioso (le opere in mostra), un bellissimo vestito e un maquillage all'altezza (l'allestimento e la grafica della mostra stessa, sobri ed eleganti, esaurienti e piacevoli). Non abbiamo individuato chi, nella nostra metafora, potesse essere lo sposo, ma di certo tutti gli invitati avrebbero voluto baciare una sposina così graziosa e avvenente.

Fuor di metafora si può comunque affermare che alla fine anche l'illustrazione italiana, oggi, ha un luogo, stabile, di grande prestigio ed eleganza, dove esporre se stessa, mettersi comoda, confrontarsi, lavorare. Buona fortuna, Sarmede! Buon viaggio, Casa!






giovedì 25 ottobre 2012

Città invisibili



Letteratura d’urto è il titolo, ambizioso e suggestivo, dell’incontro che Marnie Campagnaro e Donatella Lombello coordineranno a Vicenza, sabato 27 ottobre, alle ore 09.00, al ViArt Palazzo del Monte di Pietà, Contrà del Monte, 13.

All’incontro, voluto dalla Regione Veneto e dall’Università di Padova parteciperanno, con proprie comunicazioni, Luisella Arzani (direttore editoriale EDT – Giralangolo), Giovanna Zoboli (direttore editoriale Topipittori), Lina Vergara (direttore editoriale Logos), Fausta Orecchio (direttore editoriale Orecchio acerbo), Andrea Rauch (direttore editoriale Prìncipi & Princípi), Miriam Giovanzana (direttore editoriale Terre di Mezzo), Patrizia Zerbi (direttore editoriale Carthusia).

L’incontro fa parte del ben più impegnativo progetto, a cura della Regione Veneto, titolato Città Invisibili, che si presenta come una grande rete culturale di Comuni e scuole del Veneto dedicata a bambini e ragazzi. Il progetto, diretto da Marnie Campagnaro, è volto ad avvicinare le giovani generazioni, dai 3 ai 14 anni, alla lettura, alla letteratura per l’infanzia, all’arte e alla conoscenza del patrimonio artistico e paesaggistico.

Città invisibili è articolato in quattro sezioni - la Biennale di Letteratura e Cultura per l’Infanzia, il Festival Itinerante per Ragazzi, la Rete Scuole d’Eccellenza e la Giornata Evento del 23 Aprile 2013 –  e, da ottobre 2012 a giugno 2013, promuoverà oltre 60 incontri all’interno della Biennale di Letteratura e Cultura per l’Infanzia e 683 appuntamenti culturali all’interno del Festival Itinerante per Ragazzi.

Per saperne di più: http://www.cittainvisibili.org

Illustrazione di Mariachiara Molinaroli

mercoledì 24 ottobre 2012

I Patatrac di Franco Matticchio

Piazzetta del Nilo è alla confluenza tra Mezzocannone e San Biagio dei Librai, nel cuore di Spaccanapoli, davanti al bar dove si espone ancora il tabernacolo con il Sacro Pelo di Maradona, una delle icone laiche più amate e venerate della città.
Fra pochi giorni (ma già adesso molte botteghe hanno aperto), comincerà il via vai per gli appassionati dei presepi che, tra Gregorio Armeno e San Lorenzo, cercheranno il pastore o il mezzo pastore che manca per completare il proprio teatrino annuale.

In Piazzetta del Nilo c'è anche la galleria-associazione Hde che, da più di cinque anni, propone ed espone illustrazione e design d'autore. Negli spazi della galleria si sono visti Lorenzo Mattotti e Fabian Negrin, Atak e ShoutAndrea Rauch e Guido Scarabottolo.
In mezzo ai quadri e ai libri Francesca Di Transo prepara fantasiose e belle collane di materiali assortiti, coralli, conchiglie, perline e via elencando, di tutte le dimensioni, forme e colori.

Galleria Hde, Napoli, personale di Guido Scarabottolo, 2011





Oggi, 25 ottobre (fino al 23 novembre), nel tardo pomeriggio, Hde inaugura una nuova personale di Franco Matticchio, Patatrac!
Cosa potremmo dire di Franco che non sia già stato detto? Ricordare il suo humour surreale, stralunato e magico? Il suo segno apparentemente desueto ma così modernamente graffiante? Il suo raffinatissimo gusto per il colore?


Possiamo certo dilungarci con molte lodi ma basterà qui ricordare come Matticchio sia una delle presenze più significative dell'illustrazione italiana, sempre così completamente appartato e sempre così perfettamente inserito nel contesto. Classico e modernissimo. Soave e crudele. Una sua mostra è sempre un avvenimento e una gioia da non perdere per nessun motivo al mondo.

Disegno di Franco Matticchio

Disegno di Franco Matticchio

martedì 23 ottobre 2012

Libri recuperati. 27. Giovanna e i suoi re

Libri che non avevamo segnalato perché il nostro blog non esisteva ancora. Libri che abbiamo segnalato altrove. Libri che meritano comunque di essere segnalati e ricordati. Libri mai usciti in Italia. Libri memorabili per testi e immagini. Libri.


27. Lia Levi. Giovanna e i suoi re



Il 18 aprile 1946 gli italiani scelsero la Repubblica e i Savoia partirono per l'esilio. Cominciava per l'Italia una storia nuova e diversa, senza più 'gli uomini neri' a contornare quella dinastia che non aveva dato al paese, in tempi recenti, nessun Cuor di Leone.

Con quali occhi un bambino avrebbe potuto vedere quei rivolgimenti epocali? Poteva capire cosa fosse un re e cosa fosse un presidente? Poteva avvertire la differenza tra monarchia e repubblica?
Lia Levi e Simone Tonucci, in occasione del 60° anniversario della nascita della Repubblica italiana prepararono, nel 2006, per Orecchio Acerbo, un libro che ci racconta la storia della bambina Giovanna, delle sue curiosità e dei suoi turbamenti al passaggio istituzionale.
Giovanna legge spesso libri di fiabe che parlano di re e di regine che possono far tutto e ordinare tutto a tutti (magari, suggerisce Lia Levi, anche di mangiare la minestra di pasta e patate che Giovanna proprio non sopporta!). Sono re che possono apparire di notte a passeggiare nella stanza di Giovanna ma in fondo lei sa che sono personaggi di fantasia.


In Italia però, il paese dove Giovanna vive "... c'era un vero re ma non era bello, e neanche simpatico." All'arrivo degli stranieri cattivi questo re non aveva fatto come nelle fiabe, non era corso a combatterli, anzi; era scappato a gambe levate lasciando tutti con una gran paura delle bombe che intanto cadevano. Una brutta situazione e la gente non l'aveva presa bene. Quando la guerra era finita ci si era dunque posti il problema se riprendersi o no quel re fifone.


Il papà spiega a Giovanna quali saranno i meccanismi del referendum tra monarchia e repubblica e se vincerà la repubblica ci sarà una nuova figura, il presidente, che sarà forse "una persona buona che voglia bene a tutti gli altri." Come il signor Alfonso, il farmacista che regala sempre le caramelle a Giovanna.

Naturalmente noi conosciamo già lo scioglimento della storia. E quando finalmente sarà insediata la repubblica, nella stanza di Giovanna, di notte, non compariranno più re o regine ma uomini normali. Il presidente, i suoi ministri, le sue 'ministre'. E il presidente non potrà che somigliare al signor Alfonso, farmacista.


Giovanna e i suoi re è un bel libro. Parla ai bambini di storia ma è una storia che i bambini sanno, e possono, raccontarsi e capire. Un testo chiaro ed essenziale che non indulge all'orribile slang 'bambinese' che ancora ammorba molti libri per l'infanzia. Un libro rispettoso, attento alla realtà e alla fantasia. Un libro che, come è costume di Orecchio Acerbo, fonde in un unicum equilibratissimo il testo di Lia Levi, i bei disegni di Simone Tonucci (un po' surreali, un po' decò, un po' fiabeschi, un po' didascalici) e la grafica editoriale.
Una proposta che è apparsa felice non solo a noi. Carlo Azeglio Ciampi, allora presidente della Repubblica (quel signor Alfonso di cui parla Giovanna) fu sponsor autorevole del libro e si fece, allora, parte diligente per veicolarlo nelle scuole.

Lia Levi, Giovanna e i suoi re, illustrazioni di Simone Tonucci, Orecchio Acerbo, 2006, 12,00 euro.

lunedì 22 ottobre 2012

Illustrazione d'antan. 8. Ivan Bilibin


Concerti sinfonici russi, copertina per programma, 1905

Ivan Bilibin nasce nel 1876 a Tarkhovka e la sua prima formazione artistica avviene nella vicina Pietroburgo dove, negli ultimi anni del secolo, incontra Leon Bakst, collabora con la rivista Il mondo dell’arte e cerca, insieme ai sodali della rivista, di recuperare lo spirito più profondo, e ancor vivo, della tradizione popolare del suo paese.

Racconti dello Zar Saltan, illustrazione, 1905

In quegli anni Bilibin viaggia molto tra i villaggi della grande Russia e riempie i suoi taccuini di appunti, schizzi, matite e acquarelli. Contemporaneamente a questa ricerca sul campo, che riguarda soprattutto l’architettura e la cultura materiale, Bilibin approfondisce lo studio della decorazione e della tipografia russa, che saranno la base della sua opera artistica matura.

Il gallo d'oro, illustrazione, 1906

Per questi interessi fu conseguenza naturale, quindi, il suo avvicinarsi alla favolistica della tradizione e il suo incontro con Puskin. Naturale, nello spirito dei tempi, il suo tentativo di fondere il retaggio storico, e l'anima popolare, con i più moderni dettami dell’art noveau internazionale.

Vassilissa la bella, illustrazione, 1899
Vassilissa la bella, illustrazione, 1899

Ivan Bilibin si allontana dal suo paese dopo la Rivoluzione d’ottobre e non crediamo che alla decisione non abbia contribuito il clima artistico, oltre a quello politico, che si respirava nella nascente Unione Sovietica, più attenta in quegli anni (con Lissitskji, Majakovskji, Rodchenko, Malevic…) alla poetica delle avanguardie, o ai valori sociali e formali dell’arte, e meno a quelli tradizionali, favolistici, magici o religiosi.

Scuola della Società imperiale di incoraggiamento delle Arti, copertina, 1914
Opere di Gabriele D'Annunzio, copertina, 1909
Siberia e deportazione, copertina, 1906
Opere di Alexandr Ertel, copertina, 1909

Elementi, questi ultimi, che costituiranno l’humus necessario e sufficiente di cui l’opera di Bilibin sarà sempre intrisa. Anche durante i suoi lunghi soggiorni all’estero l’artista continuò infatti, nella sua attività di illustratore e scenografo, a raccontare, con la calligrafia raffinata e minuziosa che costituirà sempre la sua cifra stilistica matura, le storie della sua terra, le favole della principessa Vassilissa, dell’Uccello di fuoco e delle molte Baba Jaga che punteggiano il folklore russo.

Leggende della città di Kiev, illustrazione, 1940

Bilibin tornò in patria nel 1936 per assumere la docenza del corso di illustrazione all’Accademia degli artisti di Leningrado. Singolarmente ciò avvenne nel periodo di maggior vigore del 'realismo socialista' staliniano, con cui le favole arabescate di Bilibin, la sua tipografia intrecciata da icona popolare, ben poco avevano a che fare.
Ivan Bilibin muore nel 1942 mentre le truppe tedesche assediano Leningrado.

Leggende della città di Kiev, illustrazione, 1940