domenica 30 settembre 2012

Sarmede fa trenta

Ricco e articolato il programma di questa trentesima edizione de Le immagini della fantasia di Sarmede. Prendi due e paghi uno, verrebbe da dire, poiché gli illustratori presenti saranno non più trenta ma sessanta, con una panoramica vasta da tutto il mondo. E poi Roberto Innocenti come straordinario ospite d'onore 2012 e la sezione dedicata alle fiabe dalla Russia, Nel bosco della Baba Jaga. E naturalmente tutto il programma degli eventi collaterali.
Inaugurazione a Sarmede, nella nuova Casa della Fantasia, il 27 ottobre.

Pubblichiamo sotto l'elenco degli artisti in mostra nella sezione Panorama e, di seguito, le riflessioni introduttive al catalogo di Monica Monachesi, direttore artistico della manifestazione, sulle scelte e la presenza italiana. Da sottolineare, inoltre, la fitta presenza dell'editoria illustrata italiana che non è solo rappresentata dagli autori italiani che presenta Monica, ma che si intreccia con molta parte della qualità mondiale. Moltissimi degli autori stranieri presenti sono, infatti, pubblicati e rappresentati in Italia.




Argentina
Juliana Bollini, María Wernicke
Austria
Michael Roher, Linda Wolfsgruber
Belgio
Ingrid Godon, Klaas Verplancke
Brasile
Marilda Castanha, André Neves
Cile
Leonor Pérez
Croazia
Svjetlan Junaković
Francia
Sophie Fatus, Joëlle Jolivet, Lucile Placin, Marjorie Pourchet, Raphaël Urwiller
Inghilterra
Tony Ross
Iran
Hassan Amekan, Nooshin Safakhoo, Morteza Zahedi
Israele
Ofra Amit, Natalie Pudalov
Italia
Antonella Abbatiello, Beatrice Alemagna, Filippo Brunello, Anna Laura Cantone, Chiara Carrer, Francesca Chessa, Mauro Evangelista, Fabio Facchinetti, Giuliano Ferri, Roberto Innocenti, Bimba Landmann, Giovanni Manna, Eva Montanari, Simona Mulazzani, Giulia Orecchia, Maurizio Quarello, Simone Rea, Loretta Serofilli, Pia Valentinis, Valerio Vidali
Lituania
Lina Žutautė
Norvegia
Stian Hole
Portogallo
Madalena Matoso
repubblica Ceca 
Jindra Čapek
Russia
Aljosha Blau, Sonja Bougaeva, Artem Kostyukevich, Anton Panin
Slovacchia
Dušan Kállay
Slovenia
Alenka Sottler
Spagna
Ester García, Violeta Lópiz, Jacobo Muñiz, Elena Odriozola, David Pintor, Emilio Urberuaga, Javier Zabala
Taiwan
Jimmy Liao
Ungheria
Sarolta Szulyovszky



Lo sguardo di Sarmede
Monica Monachesi (dall'introduzione al catalogo 2012)


(...) Il nostro Panorama sulle pagine illustrate del mondo comincia con la A di Alfabeto delle fiabe edito da Topipittori nella collana Parola magica, dedicata alla poesia. A anche come Antonella Abbatiello che con sicurezza magistrale taglia carte colorate che fanno spuntare rovi, castelli, orchi e giganti, mentre la voce fa risuonare la fiaba al ritmo delle rime di Bruno Tognolini, saporiti distillati di simboli e personaggi con cui capire meglio l’immaginario fiabesco di tutti i tempi, per giocare imparando. E se il libro è finito, la rima conclusiva ci consola: “Dopo la zeta non è mai finita/perché la fiaba è una zucca/che sfama la vita”, seguita da un gioco dell’oca e una tavola sinottica per trovare più in fretta la fiaba che fa al caso vostro.

Antonella Abbatiello, Bruno Tognolini

Anche Sophie Fatus illustra rime, quelle di Manuela Monari per Sopra o sotto? edito da Lapis. Un libro gioioso, vivace e stimolante, quasi un ricettario di tecniche e di ‘esercizi’ per usare colori e forme e godere di ciò che abbiamo attorno: “colori, rumori, un mare di sorprese/ovunque ci sono meraviglie appese” ed è proprio così, sfogliare per credere!

Roberto Piumini e Filippo Brunello, in un bel duetto già sperimentato, raccontano Seguendo la stella per La coccinella, un racconto natalizio in cui sono i più piccoli della terra, formiche e lucciole, a vanificare l’opera del diavolo che ostacola il cammino di Maria e Giuseppe. Un libro che luccica e tintinna, di parole e immagini.

Ancora sul filo della poesia, andiamo, con Rizzoli, Nella terra dei sogni, “se tu saprai sbirciare/ attraverso il libro da sfogliare” scrive Robert Louis Stevenson. Simona Mulazzani, straordinaria interprete della poesia, con la sua bella pittura intreccia sogno e realtà in magici orizzonti, mondi lontani, “nella terra dei libri da sfogliare”. (...)

Simona Mulazzani


Tra i libri di poesia, seppure non in rima, c’è di certo La gigantesca piccola cosa (Donzelli) un grande albo di Beatrice Alemagna per pensare e per emozionarsi, ipnoticamente attratti dalle illustrazioni che risuonano grazie all’estrema concentrazione dei gesti e delle espressioni, studiati con cura e amore: sì, dico amore per ciò che, disegnati, sanno suscitare. La vita è qui ritratta nei suoi attimi più intensi, questo è un libro di puro sentimento, per domandarsi una piccola cosa: cos’è che ci rende felici?

Dispiace invece non poter leggere in italiano Library Lily di Gillian Shields, una bella storia sulla passione per la lettura che Francesca Chessa si diverte a dipingere con freschezza e spontaneità quasi infantile. Ma il colore è un gioco per bambini che per i grandi può essere molto complesso! Francesca insegna teoria del colore e della forma allo Ied di Torino e il blog Le figure dei libri ha pubblicato nel settembre 2011, cinque sue lezioni intitolate “I segreti del colore”.
Tony Ross, l’inglese creatore di Storie di una Principessina (in Italia edita da Lapis), la serie culto che ha fatto ridere e sognare milioni di bambini in tutto il mondo, per fortuna non manca in Italia. Troverete esposte in mostra alcune immagini di Nicola Passaguai (Il castoro) – è un aiuto o un danno circondare i piccoli di bambagia su bambagia?

(...) Continuo con Giovanni Manna, anche lui parte del gruppo che precede, e citato qui per poter nominare anche la scrittrice, e sua consorte, Laura Manaresi, abile rilettrice di grandi classici che questa volta si cimenta in una riduzione dell’Iliade per Rizzoli, interpretata con uno dei rari voli a pastello morbido di Giovanni. E poi Eva Montanari, che fa incontrare i più piccoli con Moby Dick, il Barone Rampante, Dorian Gray: Gli invitati della signora Olga, avventura fantastica di prossima uscita per Kite.

Ancora due illustratrici che hanno più volte dato il loro apporto a Sàrmede come docenti: Anna Laura Cantone, esplosiva, incorreggibile creativa, mentre firma cartoni animati ben noti a tanti bambini, illustra Crececuentos, con la sua solita scoppiettante ironia; e Chiara Carrer con I tre porcellini, “anzi no, due perché il terzo era una porcellina”. È fresca fresca di stampa la nuova versione della fiaba firmata da Giusi Quarenghi per Topipittori e mi chiedo se i segni antropici inseriti nel disegno del paesaggio facciano riferimento alle foto del grande Mario Giacomelli.

Chiara Carrer, Giusi Quarenghi

Simone Rea è di recente tornato a Sàrmede come insegnante, con emozione e generosa passione, nelle stesse stanze di Rugolo dove disegnò da allievo. In mancanza delle stupende immagini realizzate per La cavallina storna, prezioso tributo alla poesia di Giovanni Pascoli, e in attesa di sfogliare altre novità, esponiamo illustrazioni inedite e la sua interpretazione per la copertina della rivista Andersen del noto ragazzo col ciuffo: riuscite a trovarlo?  (…)

Ci avviciniamo alla conclusione di questa folta carrellata con altri bei libri nati in Italia. Parliamo quindi anche di Eli Readers con le illustrazioni di Fabio Facchinetti e Valerio Vidali, rispettivamente per La abeja haragana e Don Quijote de la Mancha. La passione per la bella illustrazione ha condotto l’editore a confezionare un prodotto bello e significativo da ogni punto di vista: ha offerto ai giovani lettori, impegnati nell’apprendimento delle lingue straniere, anche l’occasione di essere accompagnati da belle immagini, andate a scoprire quali sono gli altri illustratori in collana!
I disegni arrabbiati sono quelli che saltano fuori da un’agguerita sfida tra bambini: Federico disegna una tigre e Lodolinda risponde con un serpente boa e così via. Giulia Orecchia racconta abilmente il testo di Italo Calvino per Mondadori, in un crescendo di creatività tra disegni a matita, tempere e acquerelli; qualcun’altro vuole partecipare?

In un viaggio nel tempo attraverso i patrimoni dell’arte italiana Bimba Landmann illustra per Arka Raffaello, il pittore della dolcezza. Conosciamo il valore della sua appassionata ricerca che già ha fruttato altri titoli alla collana Perle d’arte.
La lucciola Nina invece è una bella storia che valorizza le capacità di ciascuno, che diventano straordinarie se rafforzate dalla condivisione di un obiettivo; Giuliano Ferri le illumina con acquerello e pastelli, tra intensi contrasti e delicate morbidezze.
I santi cavalieri è il terzo albo di una trilogia che comprende Fratello Sole e Sorella Chiara illustrati da Loretta Serofilli che distilla eloquenti ritratti ed escogita asciutte soluzioni compositive per dare spazio ai testi, scritti con ritmo e intensità da Alberto Benevelli.

C’è poi un grande libro, vincitore del Super Premio Andersen 2012, riuscitissimo poema visivo illustrato a quattro mani da Mauro Evangelista e Pia Valentinis: Raccontare gli alberi, altro capolavoro Rizzoli, dedicato alla potenza e alla bellezza della Natura celebrata anche mediante la preziosa antologia di poesie, storie e leggende a cura di Giusi Quarenghi e Paola Parazzoli. (...)

Mauro Evangelista, Pia Valentinis

Raccontare ai più giovani il passato serve a creare in loro legami, trame e nessi con quello che è il presente. Capire e spiegarsi l’attualità richiede necessariamente la conoscenza del passato” così si legge sul sito di Orecchio acerbo, che correda la presentazione dei propri libri di agili schede che mettono in luce argomenti e spunti di riflessione. La memoria dunque per non dimenticare la violenza, l’ingiustizia, la sofferenza, ma anche per ricordare le cose belle che servono a superare le difficoltà.
È Maurizio Quarello, con un omaggio alla pittura di Hopper alternato ad un bianco e nero che fotografa ricordi, a raccontare con immagini forti L'autobus di Rosa, ed è Fabrizio Silei a descrivere la vicenda di Rosa Park, la donna che seppe dire no al Whites only e cambiò la storia dei neri d’America. Incisiva la prospettiva del racconto: un testimone che allora non seppe unirsi al no di Rosa, in qualche modo ora, ricordando i fatti, chiede scusa a suo nipote, per non aver saputo salire sull’autobus della storia.

Maurizio Quarello, Fabrizio Silei

mercoledì 26 settembre 2012

Incomprensibile!



Organizzato dalla libreria cagliaritana Tuttestorie, l'ormai tradizionale festival dei libri per ragazzi nella prima settimana di ottobre, dal 4 al 10, quest'anno intitolato L'incomprensibile, Racconti, visioni e libri per tonti magnifici. Ricchissimo il programma, che interessa molte realtà del territorio, da Cagliari a Carbonia, da Posada a Quartu Sant'Elena, e moltissimi gli ospiti di prestigio, da Pia Valentinis a Simone Frasca, da Chiara Carminati a Bruno Tognolini, da Chicco Gallus a Giuliano Scabia, da Alessandro Sanna a Madalena Matoso, da Paola Parazzoli a Giovanna Zoboli.

martedì 25 settembre 2012

Musei e donazioni. Letizia Galli a Moulins

Inaugura venerdi 12 ottobre la grande antologica di Letizia Galli presso il Museo dell'Illustrazione di Moulins. La mostra (Le dessin en jeu) è l'atto di omaggio per la grande donazione che l'artista ha fatto all'istituzione (quasi tremila disegni che coprono più di vent'anni di febbrile attività).
Nell'occasione sarà anche presentata la monografia su Letizia edita da Silvana editoriale. La mostra resterà aperta fino al 20 gennaio 2013.

Letizia Galli, che da tempo si batte per il riconoscimento pubblico e la conservazione dei patrimoni e dei giacimenti dell'illustrazione, ci ha inviato una riflessione che volentieri pubblichiamo di seguito.



Storia della donazione
Letizia Galli


È stato dopo il secondo tentativo di furto con scasso subito nei tempi in cui abitavo a Milano (tentativo che aveva portato al rovesciamento del contenuto dei cassetti contenenti gli originali, alla ricerca vana di non si sa quale nascondiglio di non si sa quale tesoro), che il quesito sulla conservazione dei miei disegni cominciò a far capolino nella mia mente.
Più tardi a Parigi, avendo quasi del tutto rinunciato a vendere i miei originali e quindi a smembrare un'opera unitaria,  subii una tempesta che scoperchiò il tetto di numerose abitazioni della città, compresa quella dove mi trovavo. Miracolosamente riuscii a salvare dai fiumi d'acqua che si infiltravano dalle travi, la maggior parte dei miei originali.

Dopo il noto e tragico incendio e la distruzione della totalità delle opere custodite nell'atelier di André François, iniziai a indagare sulla possibilità di assicurare i miei originali, ma anche questa strada risultò vana, dati i costi elevatissimi che non avrei potuto sopportare e la blindatura della totalità di porte e finestre richiesta dall'assicuratore.
Una conservazione protetta a domicilio dei disegni risultò quindi impossibile.
La trasmissione ai miei familiari anche, dato il volume considerevole dei pacchi, di cui, immagino si sarebbero disfatti, considerandolo un peso maggiore. Cominciai comunque ad archiviare gli originali.
Alle epoche lontane sia pur feconde della mia attività iniziale, corrispondevano pochi originali, al più fotografie e documenti stampati (pubblicità, design, packaging ecc.) Gli originali a quell'epoca non erano considerati di proprietà dell'autore e solo dopo le lotte portate avanti dagli autori stessi e dall'Associazione degli Illustratori, questo diritto fu legittimato.
Gli originali di un intero libro, pubblicato da una nota casa editrice spagnola, furono persi senza alcun indennizzo in una spedizione "postale" o finirono, come è più probabile, a decorare le camerette dei bambini dei caporedattori.

Questa immagino, la storia comune a tutti coloro che esercitano questo mestiere e che si sono affermati nel campo dell'editoria per bambini: ogni giorno i pacchi dei disegni si accumulano nei cassetti, rimangono lì a tracciare la storia della nostra vita artistica, rischiando di essere distrutti o andar persi per un motivo o per l'altro.

La conservazione

Come fare?
A chi potrebbero servire?
Quanto valgono?

Ecco a mio avviso le tre questioni centrali che sfiorano tra l'altro, nella specificità dell'attività artistica di opere dedicate all'infanzia, il fatto non indifferente di aver creato dei libri che sono stati conosciuti, letti e amati da molti bambini nel corso del tempo. Questi hanno fatto diventare alcuni di questi libri, i loro libri di riferimento, ricordo indelebile della loro giovane esperienza, base e fondamento probabile del loro gusto artistico e della loro idea di rappresentazione.
Così si è fatta avanti per me l'idea della "conservazione" ed il miglior luogo indicato a questo scopo, altro non poteva essere che un Museo. Museo intendiamoci, nell'accezione moderna di luogo aperto, interattivo e piacevole e non un polveroso e impermeabile luogo di accumulazione.

Musée de l'Illustration de Moulins

Ho ricercato questo possibile spazio nel mio paese di origine, senza alcun successo. Ne ho trovato uno in Francia e mi sono quindi impegnata in questa attività che ha richiesto un impegno considerevole e che giudico personalmente "pionieristica".
Il "Centre de l'Illustration" di Moulins era già dotato di una sua sede prestigiosa, con sale di conservazione tecnicamente perfette ed aveva acquistato, con i soli e non generosi apporti finanziari dell'amministrazione pubblica, un fondo di importanti originali di illustrazioni per l'infanzia.
L'idea di proporre l'acquisizione di alcuni originali (con l'abituale smembramento delle unità-sequenza di cui ogni libro è fatto) non avrebbe però risolto il mio problema di conservazione della totalità della mia opera.

Musée de l'Illustration de Moulins

Da qui la mia proposta di donazione totale che è stata accettata con entusiasmo dai funzionari del Centre. La stesura dell'atto notarile di donazione in vitam e la stima complessiva delle opere donate (2906 disegni originali), hanno preso due anni di lavoro intenso e l'atto stesso è stato firmato nell'ottobre 2010. Sono convinta che l'esemplare di questo atto potrà servire per altre donazioni a venire.
L'atto prevede, oltre ad altre numerose clausole, che l'autore rimanga comunque proprietario del suo copyright sulle opere donate e dei suoi proventi. Le opere in conseguenza sono disponibili per esposizioni, pubblicazioni, ristampe ecc. Recente è infatti la mia Mitologia stampata in lingua italiana e oggetto di una mostra al Museo Archeologico di Napoli con opere provenienti dal Centre de l'Illustration.
La mia donazione ha inoltre contribuito, con l'arricchimento dei fondi, al passaggio di statuto da "Centre de l'Illustration" a "Musée de l'Illustration", cosa che ritengo assai importante.
Il Museo ha predisposto all'occasione della mostra antologica del 12 ottobre prossimo, anche  la pubblicazione della mia monografia.
In Europa esiste un solo Museo attivo di carattere generale in Germania, fondato nel 1982 grazie ad un lascito di opere e di denaro privato, il Museo di Troisdorf, vicino a Colonia. Esistono poi fondazioni e musei nominativi, cioè dedicati ad una sola figura artistica.

Segni premonitori

Sono convinta che la mia donazione contribuirà nel futuro alla considerazione del tutto meritata della nostra attività artistica, finora considerata "arte minore", peggio ancora "illustrazione".
Vi sono alcuni segni in questo senso e le cose mi pare si stanno muovendo, sia pure nel difficile momento attuale.
Il Rijsk Museum di Amsterdam, che ospita le maggiori e straordinarie opere d'arte fiamminga, ha di recente acquistato 120 originali di Dick Bruna, che sono anche conservate al museo di Utrecht a lui intitolato. All'interno di questa acquisizione al Rijsk vengono organizzate regolarmente attività e ateliers con i bambini.
Mi pare che questo dimostri che le opere di Dick Bruna siano state cosi' elevate a quella che si chiama semplicemente "arte", per la prima volta ammessa in un Museo Nazionale.
Le attività con i bambini fanno parte anch'esse del concetto moderno di "Museo aperto", con scambi, circolazione e fruizione con l'esterno.
La rivalutazione del nostro mestiere sta prendendo forma anche in un altro senso e cioè, i prezzi irrisori offerti fino ad ora per l'acquisto degli originali, stanno sensibilmente salendo: è nota la quotazione altissima degli originali di Maurice Sendak in America e, recentemente, la quotazione ragguardevole raggiunta ad un'asta francese di un noto artista italiano. Il mercato d'arte inizia attraverso queste quotazioni, a riconoscerne il valore.

lunedì 24 settembre 2012

Libri recuperati. 25. La freccia di Ulceda

Libri che non avevamo segnalato perché il nostro blog non esisteva ancora. Libri che abbiamo segnalato altrove. Libri che meritano comunque di essere segnalati e ricordati. Libri mai usciti in Italia. Libri memorabili per testi e immagini. Libri.


25. Antonio Faeti. La freccia di Ulceda


Il “libro d’occasione” è un genere parecchio praticato dalla saggistica contemporanea. Una raccolta di testi sparsi, pagine brevi legate da un tema, da occasionalità le più varie oppure dall’appartenere ad un’unica rubrica di un settimanale o di un quotidiano. Testi quindi che, all’inizio, si trovavano a loro agio nel contesto dell’attualità da cui originavano.
 Facile capire quale sia il rischio di simili raccolte: l’invecchiamento rapido, la perdita dei riferimenti essenziali, lo strabismo epocale, il variare delle prospettive. Per queste raccolte un destino possibile è la progressiva evanescenza di testi e quindi, di significati. Libri che nascono e vivono già ‘datati’, si potrebbe dire.

Rischio che, certo, ha corso volontariamente il  volume di Antonio Faeti,
 La Freccia di Ulceda, editore Coniglio, che contiene le recensioni che Antonio andava compitando nella rubrica l’Occhio del gatto su Comic Art alla metà e fine degli anni ottanta.

 Si parlava in quella rubrica delle emergenze nel mondo del fumetto e dell'illustrazione, delle uscite di albi allora giudicati significativi, di ricorrenze varie e diverse (i cinquant’anni del Vittorioso o la morte di Angela Giussani, per dire). Si andava giù di analisi e, spesso, di polemica. Si chiosava l’ultima avventura di Tex Willer e l’esordio di Dylan Dog. Protagonisti di quella rubrica erano, citando alla rinfusa, Cino e Franco, il professor Mortimer, Martin Mystere, Diabolik, ma anche Yambo, Felix Vallotton, Gabriele Galantara, Edward Hopper.



Diabolik

Tex Willer

Perché dunque la lettura della Freccia di Ulceda non ci ha dato il senso del deja vù, perché non abbiamo sentito la distanza che ci separa, oggi, da quelle lontane occasionalità di analisi e di commento critico?


La risposta crediamo non sia tanto in “quello che si racconta” ma in “chi e come ce lo racconta”, nella capacità di Antonio Faeti non solo di acutezza analitica e di precisione interpretativa ma soprattutto nella sua scrittura, nitida e affilata eppure immaginosamente ricca e vitale. La scrittura di Antonio è capace di cogliere ogni sfumatura, anche la più apparentemente inessenziale, e di restituircela come 'fondamentale' tranche de vie. Riesce quindi nell’operazione continua (fondamentale in questo caso!), di inserire la propria esperienza di vita nel fumetto e di rapportare questa a quello, senza creare gerarchie di importanza, in un flusso di racconto ricco di fascino e denso di significato. 



Naturalmente quando parliamo della ‘esperienza di vita’ di Antonio non ci riferisce a grandi avvenimenti ma alle "piccole cose di pessimo gusto", ai minima moralia quotidiani (scendere all’edicola sotto casa, prendere il tram, guardare un film alla televisione, tenere una conferenza a un gruppo di maestre elementari…). Si dirà che in questo modo Antonio Faeti abdica dal compito primo dell’analista e del critico, attento com’è più alla divagazione e al contorno che non all’oggetto dell'analisi. Alla fine della lettura ci accorgiamo però che quella che Antonio ci ha tenuto, con il suo stile rotondo e pacato, così simile quando parla e quando scrive, è una complessiva lezione sul ‘metodo’, una guida sul modo di guardare e capire le figure, di leggere quello che ogni buon autore dovrebbe desiderare di mettere in evidenza; il collegamento inevitabile con i valori e gli accadimenti della sua società, del suo tempo, di tutti i tempi.

Felix Mio Mao

Fumetti e storie disegnate e illustrate, quelle della Freccia di Ulceda, che ci parlano dunque di Mio Mao, ma anche di AIDS, che ci raccontano di Diabolik ma anche di certi tic della buona borghesia, di avventura esotica ma anche di pedagogia spicciola. 

La società fumettata che ci racconta Antonio è certo la sua, la leggiamo come in filigrana, ma se la prendiamo tutta intera è lo specchio in cui anche noi, amiamo o non amiamo i fumetti, possiamo rifletterci. Per capire un pezzetto della nostra storia e della nostra esperienza e cercar di vederne riflessa l’immagine lontanissima e vicina.

ps. Non vi diremo chi era l'Ulceda della freccia. Chi non lo sapesse, o non lo ricordasse, può trovarlo a pagina 96.

Antonio Faeti, La freccia di Ulceda, di fumetto e altro, Coniglio editore, 2008, euro 18,50.

domenica 23 settembre 2012

Il grande cane torna a L'Aquila

Quando Francesca Capelli e Brunella Baldi ci proposero, ormai più di due anni fa, Il grande cane nella città fantasma, l'emozione per i fatti connessi al terremoto che aveva colpito L'Aquila era ancora ben viva: le difficoltà, i lutti, la disperazione di quella gente erano in primissimo piano e non potevamo quindi che sposare, con l'entusiasmo della necessità, quell'iniziativa editoriale.

Oggi, passato il tempo e sedimentata l'emozione, è forse tempo di 'tornare' a L'Aquila e l'occasione ci viene fornita dalla mostra di libri per ragazzi Liber L'Aquila, che inaugura giovedi 27 ottobre nel nuovo Auditorium della città. Presenteremo di nuovo quel libro e, nell'occasione, abbiamo chiesto a Francesca Capelli, impossibilitata a partecipare all'evento perché da qualche mese in Argentina, una nota di saluto ai ragazzi che saranno presenti. La pubblichiamo di seguito.

Francesca Capelli, Brunella Baldi, Il grande cane nella città fantasma

Una seconda possibilità
Francesca Capelli


Carissimi ragazzi,

sarebbe stato bello, per me, essere all’Aquila con voi ancora una volta. È stato infatti durante un viaggio nella vostra città che è nato questo libro. Era ottobre 2009, ero appena arrivata e mi aveva colpito la quantità di cani che vagavano per le strade – le poche aperte dove si poteva circolare – in cerca della compagnia dell’uomo. Tra tutti, mi colpì un grande cane grigio, che assomigliava tanto a quello del mio racconto. Gli portai un po’ di pane secco ma lui, anziché mangiarlo, allungò una zampa per chiedermi una coccola.


Francesca Capelli, Brunella Baldi, Il grande cane nella città fantasma

Quell’immagine mi ha accompagnato per settimane e sentivo che quel cane voleva che io raccontassi la sua storia, o quella che avrebbe potuto essere la sua storia. Ho iniziato a scrivere, ho chiesto a Brunella di illustrare le mie parole, perché Brunella è una illustratrice speciale e io sentivo che soltanto lei avrebbe trovato le immagini giuste. Ma non sapevo come terminare il racconto. Non sapevo se il cane sarebbe rimasto ad aspettare il ritorno di chi non c’era più. O se invece avrebbe raccolto la seconda possibilità che gli offriva la vita.


Francesca Capelli, Brunella Baldi, Il grande cane nella città fantasma

E mentre pensavo e ripensavo, il cane una notte è venuto a trovarmi di nuovo, in sogno. E mi ha detto come voleva che finisse la sua storia, che è anche la mia storia e la storia di tutti coloro che la leggono e scoprono che è stata scritta anche per loro.

Vi abbraccio tutti, insieme con i vostri insegnanti, da quaggiù.




giovedì 20 settembre 2012

Corto Maltese guarda il lago

Grandvaux è poco più di un gruppo di case arroccate sulla collina che guarda, sopra Losanna, il lago Lemano e sovrasta i vigneti degradanti dove si coltiva lo chasselas, il vitigno tipico di quella terra. 


Hugo Pratt visse, proprio a Grandvaux, i suoi ultimi anni e il ricordo che ha lasciato nella comunità è indelebile: la statua fusa in bronzo di Corto Maltese, opera di Luc e Livio Benedetti, dal 2007 è quasi il santo protettore del paese. Inarca la schiena, osserva non sappiamo bene se il lago o il cielo, il vento sembra far increspare la sua cappa. Lo slargo che ospita la scultura è, significativamente, dedicato a Place Hugo Pratt e, al di sotto, tiene bottega il Caveau Corto, dove è possibile gustare i vini locali, che sarebbero certo stati apprezzati dallo straordinario figlio della Niña de Gibraltar.




A Grandvaux tutto comunque parla ancora di Hugo e di Corto, dalle insegne dei negozi alla segnaletica stradale. E quindi non è certo per caso che Patrizia Zanotti ha deciso di trasportare qui, dalla vicina Losanna, la società Cong che si occupa della gestione dei diritti dei libri e del merchandising mondiale di Corto Maltese e, in genere, dei fumetti di Hugo Pratt.



Gli uffici della Cong non sono, naturalmente, un museo prattiano ma i sedimenti lì accumulati sono  stuzzicanti: dai berretti, elmetti, cappelli vari, che non riusciamo a non immaginare sulla testa dei personaggi di Corto, ai bellissimi scafandri da palombaro, dalle statuette con i personaggi della saga (da Rasputin a Venexiana Stevenson), alla collezione, crediamo non completa ma certo quantitativamente significativa, delle edizioni dei fumetti di Pratt nel mondo.



Alle pareti tele di frames dei fumetti, in una versione pop art che tende a richiamare certa pittura di Lichtenstein, e poi silhouettes, manifesti, richiami pubblicitari: un tout Corto che farebbe la felicità degli innumerevoli appassionati in ogni parte del mondo.


In questi giorni di fine estate Patrizia Zanotti e Thierry Thomas stanno chiudendo il terzo volume di quella che può essere definita, con qualche approssimazione per difetto, l'opera omnia 'ragionata' di Hugo Pratt, il terzo dei 'Peripli' (dopo il Periplo immaginario e il Periplo segreto, dedicati agli acquarelli, alle serigrafie e alle 'tecniche miste' del grande fumettista). Il volume, imponente per formato e numero di pagine, 30x30 cm e 450 pagine, sarà intitolato Periplo incantato. Dedicato ai fumetti tenterà un'analisi delle varie suggestioni visive che si rincorrono nelle pagine delle storie di Hugo.




Il volume sarà in libreria a fine anno, in edizione italiana per Rizzoli Lizard e in francese per Casterman.  Un appuntamento, manco a dire, da non perdere per i nostalgici e gli appassionati del marinaio dall'orecchino d'oro e dal sigaretto, immutabile, posato all'angolo della bocca, beffardamente e malinconicamente ironica.




Dove sta 'Za'?



Pittori, illustratori, fotografi, architetti, designer (Tullio Pericoli, Adolfo Natalini, Aroldo Marinai, Roberto Barni, Lapo Binazzi, Gianni Ruffi, Riccardo Mannelli, Gianni Pettena, Guido Scarabottolo, Berlinghiero Buonarroti, Fabio De Poli, Pablo Echaurren tra i molti altri), messi in fila da Paolo Della Bella e Aldo Frangioni, a comporre un mosaico di 110 tessere per il 110° anniversario della nascita di Cesare Zavattini.

La foto-mosaico non ci permette la visione particolareggiata delle opere (ogni tessera misura circa 8 cm di lato); bisogna proprio guardarle da vicino, da stasera 20 settembre a Fiesole.
La mostra verrà presentata alla Sala Costantini,  via Portigiani, 9, alle ore 17.00 e sarà visibile, fino al 18 gennaio 2013 presso Quadro 0,96  (lo spazio espositivo più piccolo del mondo, via del Cecilia, 4 Fiesole).

mercoledì 19 settembre 2012

Autoreferenziale

Sul numero del Manifesto in edicola oggi, 19 settembre 2012, Maria Grosso dedica a Prìncipi & Princípi  un lungo articolo riassuntivo. Molto soddisfacente, dal nostro punto di vista. Non sappiamo se siamo così come la giornalista ci racconta, potremmo dire: è certo che ci piacerebbe esserlo.
Mandiamo comunque in rete l'articolo. Non sappiamo se può interessare altri: a noi interessa.

Se Biancaneve è un clone e i migranti "fiabeschi"
Maria Grosso

E se Biancaneve non avesse i capelli neri come l'ebano, ma il cranio ovoidale di un manichino senza parrucca? Se le sue labbra non fossero color del sangue, ma di un bel rosso smalto, dipinto su un sorriso indecifrabile da «clone umano» da vetrina? E se pure portasse spessi occhiali meccanici, sì proprio quelli usati dai medici per misurarci la vista, non un solo occhio bendato ma entrambi? Cosa accadrebbe dunque se non potessimo vedere il suo sguardo... E se tutto ciò fosse un invito a riflettere sulla miopia con cui può accaderci di guardare alle fiabe e loro relative eroine, come a territori di analisi interpretativa già noti, saputi, esplorati?

Sergio Traquandi, Biancaneve

Questa è Biancaneve, in quello che potrebbe essere uno dei manifesti di poetica e politica editoriale di Prìncipi & Princípi - creatura germinata dallo studio di grafica Rauch Design & Signages - poco più di un anno di vita, eppure un'impronta tra le più mature e innovatrici del non etichettabile mondo della letteratura per ragazzi.
Lo stile ludico e straniante di Sergio Traquandi, scultore e performer - è lui a stimolarci con questa Biancaneve inaspettata - la traccia di una tra le fiabe più magnetiche del pianeta (comprese le ultime variazioni cinematografiche): ed ecco il comporsi di un volume che spazza via invisibili imbracature oculari.

Sergio Traquandi, Biancaneve

Scopo dichiarato di Prìncipi & Princípi , (alla voce «chi siamo» sul sito ricchissimo come il blog), è valorizzare «classici dell'immaginario che offrano al lettore suggestioni visive importanti», dove nell'accezione concepita da Andrea Rauch, grafico dall'esperienza internazionale, nonché fondatore e anima del progetto, non c'è forma pensata per prevalere sull'altra: né il testo sulle immagini - secondo una concezione vetusta ma, specie in Italia, difficile a morire - né le immagini sul testo. Infatti, come i nomi dei nani amici della suddetta ragazza, 'rivisitati' da Traquandi: Dentolo, Pispolo, Vongolo ... anche gli altri volumi sfoderati da Prìncipi & Princípi  intersecano, liberamente, testo e visione, grafica e letteratura, in un continuo flirt che squaderna steccati e catalogazioni.


Si generano così intorno all'universo delle fiabe e del racconto d'autore, gustosissimi meeting tra scrittori e illustratori: Franz Kafka - Gianni Fanello, Arthur Conan Doyle - Ale+Ale, Rudyard Kipling - Daniela Pellegrini (tra le ultime uscite), mentre Robert Louis Stevenson «incontra» Roberto Innocenti, Gianni De Conno e Guido Scarabottolo, Lewis Carroll, Octavia Monaco e Andrea Rauch.
Colpiscono poi i «folder d'artista», variazioni d'autore intorno alla fabula di Pinocchio. Mentre sono da collezionare i Fienili di Innocenti, tavole memoria visiva delle antiche mezzadrie toscane. C'è una sezione «per i più piccoli» con le intelligenti proposte di Simone Frasca, Sophie Fatus e Anna Curti, mentre nel bellissimo La Luna, Rauch, partendo da una fiaba dei Grimm, interseca realismo e grafica pura.


Andrea Rauch, La luna

La collana «Storie del nostro tempo» segna di ulteriore profondità la cifra editoriale diPrìncipi & Princípi . Scopriamo In viaggio (di Serena Intilia e Antonio Ferrara) e H.H. (di Carolina D'Angelo e Marco Paci), entrambi sulle tematiche dell'immigrazione. Il primo, pensando ai bambini in fuga dalla guerra e in viaggio verso il nostro paese: «abbiamo occhi che salgono come dal fondo del mare... sentiamo tutto quello che c'è da sentire»; il secondo, un mirabolante tuffo tra i suoni, le lingue, le differenze e le risonanze dell'Hotel House (H.H. appunto, il palazzone di Porto Recanati dove vivono 2300 persone provenienti da 32 paesi). Quindi Matteo Gubellini che con Nessuna differenza?! si accosta con sensibilità ai vissuti dei bambini deportati, alla riflessione sull'Olocausto.

Serena Intilia, Antonio Ferrara, In viaggio

Francesca Capelli e Brunella Baldi firmano Il grande cane nella città fantasma, circolo di vissuti intorno al terremoto dell'Aquila, mentre Baldi, in C. C. P. Cicogne Cavoli e Provette, affronta poeticamente concepimento e fecondazione assistita. Infine, narrando il delicato frangente dell'affidamento ne II dono di Alma, Chiara Carrer trova immagini umanissime a impregnare un testo vibrante di Federica Iacobelli.

Federica Iacobelli, Chiara Carrer, Il dono di Alma

Non solo il sogno, dunque, di una «piccola biblioteca di classici dell'immaginario», ma un amore per la contemporaneità, concepito come dovere di sincerità verso le generazioni a venire. Perché, come dice Rauch, esplicitando il progetto etico dietro il gioco di parole che dà il nome a Prìncipi & Principi «solo guardando in faccia la nostra responsabilità di incidere positivamente sul reale, possiamo fare oggi questo lavoro».

martedì 18 settembre 2012

Lo IED apre bottega a Firenze

L'apertura di una scuola è sempre un momento di gioia. Salutiamo quindi con particolare soddisfazione l'Istituto Europeo di Design che, dopo un rodaggio in minore di qualche anno (l'ubicazione 'sperimentale' nella Casa della Creatività era del tutto insufficiente per le aspettative e il prestigio di quella che è una delle più importanti strutture formative d'Europa nei vari settori della cultura del progetto), apre 'bottega' a Firenze nei bellissimi, e appena appena ristrutturati, locali di Palazzo Pucci di Ottavio, in via Bufalini 6r, in significativa joint venture con la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.


La conferenza stampa di presentazione e la visita degli ambienti ci hanno permesso di toccare con mano la bontà del lavoro fatto. Fino a questo momento, vien da dire, perché le sale, ampie e funzionali, sono ancora sgombre da arredi e strumentazioni, e sopratutto non hanno ancora, né potrebbero avere, il calore partecipato che, dall'inizio dei corsi in poi, daranno gli studenti alla vita della scuola.



I partecipanti alla conferenza di presentazione, il presidente IED Francesco Morelli, l'architetto Renzo Funaro, direttore dei lavori di ristrutturazione dei locali, il designer Carlo Forcolini, Aldo Colonetti, direttore scientifico IED, e Alessandro Colombo, direttore IED Firenze, hanno sottolineato il contesto in cui ci si è mossi all'interno della realtà complessiva IED (che vede sedi a Milano, Roma, Cagliari, Torino, Como, Venezia, ma anche a Barcellona, Madrid, San Paolo e Rio de Janeiro), ma sopratutto hanno rimarcato la specificità della sede fiorentina, ospitata in una città e in una regione che ha sempre fondato la propria economia sulla qualità del lavoro artigianale, sulla sua capacità di innovazione continua e di apertura costante a nuove esperienze e nuovi mercati.



Una scuola quindi - hanno detto tutti i relatori - che vuol essere un ponte tra l'apprendimento e il mondo del lavoro, aperta all'utenza italiana ma anche ai tanti giovani che, da tutto il mondo, raggiungono Firenze ogni anno. Un luogo dove studiare e praticare Product Design, Interior Design, Fashion Design, Visual Communication ecc. e dove, naturalmente ci si occuperà anche di grafica e illustrazione editoriale che, ci si augura, possano vedere al più presto l'attivazione di una sezione specifica e approfondita di formazione e intervento.


La scomparsa di Lorenzo Martelli

Messaggerie Libri, la struttura che si occupa della distribuzione, in Italia, dei nostri libri, ci comunica che questa mattina, a Milano, è venuto a mancare Lorenzo Martelli.
Libraio competente e appassionato, Martelli era stato a capo, per molti anni, della Promozione di Messaggerie e recentemente si era occupato della creazione e del consolidamento di Me.Li. Comics, la sezione dedicata al mondo dei fumetti.

Di Lorenzo Martelli, mentre facciamo le nostre più sincere condoglianze alla famiglia e ai compagni di lavoro, possiamo ricordare la grande disponibilità e cortesia. Per noi piccoli editori ascoltare le sue parole era un'esperienza preziosa.

lunedì 17 settembre 2012

Prìncípi in lizza

"Michelangelo Buonarroti, in una celebre lettera, spiegò com’era scampato miracolosamente alla morte quando un enorme blocco di marmo, che aveva strappato «gli anelli» di una «olivella», stava per travolgerlo; meno fortuna ebbe un suo operaio che venne schiacciato. La cruda descrizione dell’incidente, fatta da un uomo che pure amava il marmo, è uno dei più tragici ed efficaci reportages dalle nostre cave, scaturito dall’osservazione diretta di quel sistema di trasporto che, dai Romani a pochi decenni fa, costituì un mezzo obbligato nella movimentazione dalla cava al piano: la lizzatura.
Questo sistema di far slittare i blocchi su «tregiam lignum pro portando marmore» (lizza in legno per portare marmo) è antichissimo. In un lontano passato i blocchi venivano addirittura portati su lizza dalla cava all’imbarco seguendo lentamente e faticosamente itinerari che di strade avevano solamente il nome. Migliorato il sistema stradale, la lizza restò, per secoli, in uso per il tragitto cava - poggio caricatore, attraverso il tracciato vertiginoso delle vie di lizza.
Per eliminare la lizzatura fu necessario attendere ancora anni ed anni." 
(dal portale del comune di Carrara)

La "lizza" in marmo del Premio Alpi Apuane

Ci sembra significativo e ci inorgoglisce un po’ che il Premio nazionale Alpi Apuane, giunto alla XXXa edizione, e assegnatoci quest’anno, nella bella cornice del Palazzo Ducale di Massa, come miglior editore 2012 per ragazzi, rappresenti una piccola ‘lizza’ in pesantissimo marmo. Un omaggio alla fatica del lavoro e alla memoria del lavoro stesso.

Grazie ai giurati e sopratutto a Walter Fochesato, presidente, che ha redatto le motivazioni del riconoscimento:

Per la bellezza e il rigore di un catalogo ancora giovane, ma ricco e attento alla qualità e alla varietà delle voci.
Per la cura preziosa e felice sul versante della grafica.
Per il fascino di una collana (“Piccola Biblioteca dell’Immaginario”), dove si trovano alcuni dei grandi nomi dell’illustrazione italiana: da Roberto Innocenti a Bau Scarabottolo, da Octavia Monaco a Fabian Negrin.

A noi non resta che estendere il ringraziamento, per la loro passione e la loro eccellenza, a tutti gli autori che hanno reso possibile questo riconoscimento.

Ingresso del Palazzo Ducale di Massa

domenica 16 settembre 2012

Illustrazione d'antan. 7. Attilio Mussino

Anche se il portfolio di Attilio Mussino, nato a Torino nel 1878 e morto a Cuneo nel 1954, soprattutto nella sua cinquantennale collaborazione con l’editore Bemporad, è ricchissimo di titoli (da Tom Sawyer a Huckleberry Finn, dal Barone di Münchausen al Ciondolino di Vamba) la sua fama è soprattutto legata ai due personaggi con cui convisse in maniera quasi simbiotica per gran parte della sua vita artistica, Bilbolbul e Pinocchio.

Bilbolbul, 1908

Bilbolbul è, in pratica, le origini del fumetto in Italia: fu pubblicato nel Corriere dei Piccoli, e comparve fin dal primo numero, il 27 dicembre 1908.

Bilbolbul è un bambino africano (un ‘negretto’ si scriveva allora in tempi non ‘politicamente corretti’) che, nel corso delle sue vicende, sempre scandite in tavole accompagnate da ottonari a mo’ di didascalia, diventa, letteralmente, ‘rosso dalla vergogna’ o ‘verde d’invidia’; è pieno di alacre buona volontà e riesce sempre ‘a farsi in quattro’ ecc. Bilbolbul trasforma le metafore linguistiche in momenti figurali e di narrazione di gusto surreale. Questa peculiarità è quindi il tratto saliente del personaggio che non vive le difficoltà della trasposizione dal fumetto alla rima baciata (come succedeva agli originali americani), ma si muove su un binario diversamente allegorico (un simile atteggiamento narrativo si troverà, qualche anno dopo nel Felix-Mio Mao che percorrerà anch’esso i limiti metaforici del disegno). Le tavole di Attilio registrano questo continuo slittamento semantico, dal testo all’immagine, e in definitiva altro non sono se non una grande celebrazione delle potenzialità del disegno stesso.



Poco più tardi, attorno al 1910, Attilio Mussino si incontra con l’altro personaggio fondamentale della sua vita d’artista, Pinocchio, e l’incontro sarà epocale.

Pinocchio, 1911

Pinocchio, che con Attilio abbandona la via grafica delle origini, tracciata da Mazzanti e percorsa da Chiostri, non ha più il cappello a cono ma una sorta di calottina, non porta più la gorgiera ma un collettone floscio e anche il vestito a fiori di carta manca dei consueti, evidenti, riferimenti al mondo del circo. È una operazione di differenziazione, quasi di riscrittura, che Mussino porterà a fondo con la famosa edizione del 1911 (oltre quattrocento disegni), la prima a colori, la prima di lusso (lire 12.50: si pensi che fino a quel momento tutte le edizioni, da quella di Mazzanti del 1883, avevano mantenuto il prezzo di lire 2.50), la prima a ‘tradire’ Collodi per riimmaginare Pinocchio.

Mastro Ciliegia

Geppetto

È opera tecnicamente e artisticamente bellissima; Mussino sperimenta a fondo la sua prodigiosa abilità giungendo a veri e propri pezzi di bravura quale, soprattutto, quello di cambiar tecnica quasi per ogni capitolo, riuscendo a mantenere un andamento formale perfettamente unitario. Oppure come nei ritratti, fuori testo, che introducono i personaggi della storia. Una galleria di tavole di grande formato che spiegano tutta la ricchezza suggestiva del libro ed evidenziano, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, la maestria impareggiabile dell'illustratore.


Mangiafoco

Il pescatore verde

Non solo qui l’innovazione; Mussino non si limita al disegno di complemento o accompagnamento al testo; costruisce, bensì, sequenze d’immagine quasi cinematografiche (si pensi alla 'nascita' del burattino e ai suoi scherzi a Geppetto). Forse in questo suo gusto per il movimento non gli fu estranea l’influenza che, innegabilmente, dovette esercitare su di lui il grande disegnatore americano Winsor McCay, il creatore di Little Nemo, che proprio in quegli anni veniva presentato in Italia (e la riduzione era affidata a Mussino stesso), sulle pagine del Corrierino.

Winsor McCay, Little Nemo, 1905

McCay aveva cominciato a disegnare Little Nemo nel 1905 e Mussino deriverà dall’esperienza del piccolo sognatore americano addirittura due serie di ‘fumetti’ dall’impianto se non uguale (ma graficamente si somigliano molto) certo apparentabile: Tremarella e Schizzo: McCay, inoltre, nel 1909, aveva trasposto, quasi per primo, i suoi disegni in un cartone animato: Gertie the trained dinosaur. Queste esperienze non erano certo ignote a Attilio che usò l’iteratività dell’azione come momento importante di definizione completa del personaggio.

Attilio Rubino, Schizzo, 1912

Attilio RubinoTremarella, 1911

Mentre per quanto riguardava Mazzanti e Chiostri gli ascendenti erano stati, per lo più, letterari con, semmai, qualche riferimento agli incisori francesi e tedeschi del secolo diciannovesimo, Mussino fruga attentamente nella cultura grafica emergente della sua epoca.
McCay come si è detto, ma certamente anche Outcault. Certe scene dominate dai monelli (il Paese dei Balocchi oppure la battaglia in riva al mare) hanno il sapore di Hogan’s Alley e stupisce di non veder comparire il ghigno beffardo di Yellow Kid; come stupisce che dietro i carabinieri che stringono Pinocchio non compaia la penna umorosa di Gabriele Galantara o d’uno dei tanti, coevi, grandi disegnatori satirici, siano essi Golia o Filiberto Scarpelli.

I Carabinieri

Non solo: certe figure di animali antropomorfi (il Gatto e la Volpe, per la prima volta vestiti di panni, oppure i dottori che assistono Pinocchio nella casa della Fata dai Capelli Turchini) sembrano tratti di peso dalla Vita pubblica e privata degli animali di Grandville.

Gatto e Volpe

I tre dottori

Fin qui i riferimenti. Il disegnatore torinese veste però Pinocchio di una sensibilità nuova, meno discreta di quella di Mazzanti e Chiostri. Mussino è estroverso, ridondante, sanguigno; i suoi personaggi, siano essi lungo la via ad assistere all’arresto di Pinocchio da parte del Carabiniere, oppure attenti ai pifferi che annunciano il Gran Teatro dei Burattini, oppure negli spalti del Circo equestre, non sono mai la gente modesta che aveva caratterizzato le tavole angustamente toscane dei predecessori. La folla è ormai, definitivamente, scenario teatrale.



Scrive Antonio Faeti: “Mussino colloca Pinocchio in un mondo burlesco, assai vicino al territorio degli affiches degli inizi del secolo... Il libro è pieno di signorotti grassocci in tube verdi e rosse, mentre Mangiafoco sembra un baritono, nell’enfasi di un roboante a solo e l’Omino di burro, conduttore del carro che porta al Paese dei balocchi è clamorosamente pasciuto e rubizzo come i sacerdoti ladroni di Ratalanga. Il clima generale allude a quello del 'Cavallino bianco' o dello 'Zingaro barone' tanto che la Fatina è quasi in costume bavarese...”.

L'Omino di Burro


L’edizione di Mussino, comunque sia, ebbe un successo enorme e conobbe un’infinità di riduzioni e adattamenti. Continua ancor oggi ad essere pubblicata in varie edizioni: di lusso, economica, cartonata, brossurata ecc. Può, per tutta la serie di significati che ha assunto negli anni, essere considerata ‘edizione principe’ del secolo.

La Fata dai Capelli Turchini

Per saperne di più: Antonio Faeti, Guardare le figure, pp 192-202, Donzelli, 2012.
Valentino Baldacci, Andrea Rauch, Pinocchio e la sua immagine, Giunti, 2006.